Employee Advocacy: La voce e l’esperienza dei dipendenti a sostegno dell’azienda

Ogni azienda è come una grande macchina, il cui motore non gira senza coloro che ogni giorno si impegnano per far sì che tutto funzioni al meglio: i dipendenti.

Grazie ad approcci come il people-centric, viene riconosciuta ad essi un’importanza sempre più centrale per quanto concerne le politiche stesse dell’azienda, volte a creare un ambiente organizzativo che risponda pienamente alle loro esigenze.

Tutto ciò risulta particolarmente funzionale per l’Employee Advocacy, uno strumento che utilizza la voce e l’esperienza dei dipendenti all’interno dell’azienda per attirare nuovi talenti, fidelizzare i clienti attuali e sopratutto per accrescere il posizionamento e la percezione dell’azienda a livello di reputation e l’employer branding sia in contesti online che offline.

 

 


1. Che cos’è l’Employee Advocacy e perché sceglierlo


Definito da Walden e Kingsley Westerman «un comportamento di cittadinanza organizzativa (OCB) di natura volontaria e non esplicitamente ricompensato dalle organizzazioni», l’Employee Advocacy prevede il sostegno da parte dei dipendenti di un’azienda tramite passaparola positivo con pubblici come amici, familiari, conoscenti e potenziali dipendenti, sia online che offline.

Secondo gli studiosi, nelle attività di Employee Advocacy rientra anche la difesa dell’azienda e dei suoi prodotti e/o servizi davanti ad un attacco da parte di chi non vi lavora.

Tuttavia, esse non sono riconosciute formalmente o direttamente dal sistema di ricompensa delle organizzazioni, né soggette a supervisione proprio per il loro carattere di volontarietà.

L’Employee Advocacy fa sì che i dipendenti divengano i primi sostenitori del brand per cui lavorano, perciò integrarlo nella strategia di marketing può comportare diversi vantaggi e benefici dovuti all’innesco di un passaparola positivo:

  Aumento della credibilità: il racconto di un dipendente risulta più veritiero rispetto a quello di un CEO nel 53% dei casi;

Aumento della brand awareness: la condivisione delle attività dell’azienda da parte dei dipendenti, contribuisce a farla conoscere ed aumentarne la notorietà;

Aumento della brand reputation e della brand image: un’azienda con dipendenti che ne parlano bene, risulta più appetibile per i potenziali talenti in cerca di un impiego, oltre che più affidabile per i consumatori;

Lead generation: l’influsso positivo comprende anche l’ottenimento di nuovi contatti con cui instaurare relazioni e collaborazioni di medio-lungo termine;

Umanizzazione del brand: il racconto diretto della propria esperienza da parte dei dipendenti, contribuisce ad accorciare la distanza tra l’azienda e il suo target di riferimento, rafforzando le relazioni tra brand e consumatori.

L’Employee Advocacy si inserisci quindi tra le attività di comunicazione interna, sfruttando la potenzialità dei social network per veicolare contenuti inerenti l’azienda e rendere i dipendenti brand ambassador e influencer, contribuendo all’aumento di reputation e notorietà online del brand per cui lavorano quando alla base vi è una strategia strutturata.

 



2. I modi per stimolare l’Employee Advocacy


Dipendenti soddisfatti e felici sono l’elemento essenziale dell’Employee Advocacy, perciò coltivare i rapporti con essi è funzionale all’innesco del passaparola positivo. Affinché ciò avvenga, esistono diversi modi per avviare il processo:

1️⃣ Company swag & merch: l’invio diretto ai dipendenti di materiale promozionale, una tra le tecniche più classiche che incentiva la condivisione sui social;

2️⃣ Incentivi interni & riconoscimenti: coltivare le relazioni con i propri dipendenti passa anche attraverso la concessione di premi e incentivi a coloro che svolgono un ottimo lavoro durante un determinato periodo. A prescindere che si tratti di riconoscimenti materiali o immateriali, chi li riceve saprà che l’azienda per cui lavora ha interesse nel premiare il merito;

3️⃣ Attività formative e ludiche: workshop, masterclass, viaggi aziendali e chi più ne ha più ne metta. Questo genere di attività al di fuori delle mura dell’ufficio, contribuisce al team working, all’apprendimento e allo sviluppo e permette ai dipendenti di un’azienda di vivere esperienze che consentono di uscire dalla routine di tutti i giorni costituendo un valore aggiunto.

Grazie a queste azioni è possibile iniziare a connettersi più in profondità con i dipendenti, incrementando l’employee retention e spingendoli a sostenere la propria azienda.

 

 


3. Il programma di Employee Advocacy


Per riuscire a portare i dipendenti a farsi promotori dei valori dell’azienda, incentivi e attività extra non bastano, ma vi è la necessità di costruire una vera e propria strategia, appunto, un programma di Employee Advocacy ben strutturato.

Esso coinvolge diverse funzioni aziendali e deve riuscire a ispirare e coinvolgere i dipendenti così da infondere in loro l’entusiasmo adatto a condividere contenuti sull’azienda e, quindi, beneficiare a reputazione e immagine.

Per essere efficace, un programma di Employee Advocacy deve comprendere:

📌 Creazione e condivisione dei contenuti: ogni dipendente coinvolto deve occuparsi dei contenuti di un’area specifica e condividerli attraverso i propri canali social. Se le persone non sono pratiche nell’utilizzo dei social, è necessario attuare programmi di training in modo tale da portarli a sentirsi fiduciose nella condivisione. Inoltre, ognuno di essi deve essere formato affinché segua delle linee ben precise nel modo di comunicare online;

📌 Sviluppo del personal branding e formazione: il team coinvolto nel programma diventa ambasciatore dell’azienda e, quindi, una personalità autorevole collegata ad essa. Aiutare il personale a costruire il proprio personal branding online, contribuisce a far sì che un contenuto condiviso risulti più credibile, specialmente se la formazione impartita comprende l’insegnamento di tecniche di comunicazione adatte a veicolare i contenuti in maniera funzionale a restituire valore a chi ne fruisce;

📌 Definizione di obiettivi e KPI: scegliere gli obiettivi da seguire è essenziale affinché i dipendenti coinvolti nel programma di Employee Advocacy li facciano propri e riescano quindi a contribuire alla causa più consapevolmente e produttivamente. Inoltre, definire gli obiettivi del programma è fondamentale per poterne monitorare i risultati tramite appositi indicatori di performance.

 

Tuttavia, l’implementazione di un programma di Employee Advocacy è un passo successivo rispetto alla costruzione di una strategia di Employer Branding volta al mantenimento di alti livelli di soddisfazione dei dipendenti. Le azioni di Employee Advocacy, infatti, ne costituiscono una risorsa ancora poco sfruttata ma che a lungo termine può contribuire a migliorare la brand awareness, reputation e image dell’azienda agli occhi dei consumatori attuali e potenziali oltre che agevolare l’ingresso di nuovi talenti affascinati dai racconti di chi vi lavora.

 

 

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