Più di dieci anni fa, Porter e Kramer condividevano con il mondo imprenditoriale la teoria della creazione di valore condiviso secondo cui le imprese devono concentrarsi sull’identificazione ed espansione delle connessioni tra progresso sociale ed economico attraverso l’incorporazione della sostenibilità e della responsabilità sociale d’impresa. Oggi, complici crisi climatica e digitalizzazione, questo concetto ritorna prepotentemente con la nascita della Twin Transition, un cammino intrapreso dalle aziende che prende atto dei cambiamenti che il mondo sta vivendo grazie alle nuove tecnologie e a un Pianeta che vede i suoi equilibri sempre più in pericolo.
1. Che cos’è la Twin Transition
Ma di cosa si tratta esattamente? La Twin Transition, definita anche ‘doppia transizione’, è la simbiosi tra la transizione tecnologico-digitale e quella ambientale. Richiesta dal PNRR, consiste nella modernizzazione dei processi produttivi attraverso lo sviluppo di soluzioni volte a rendere la società e le sue industrie più sostenibili.
La doppia transizione, prendendo atto dei cambiamenti in corso nel mondo, unisce l’agenda del digitale e della sostenibilità unendo gli obiettivi di quest’ultima, i cosiddetti SDGs (Sustainable Development Goals), alle nuove tecnologie che consentono di raggiungerli in maniera più efficace ed efficiente.
Questo connubio tra tecnologie e sostenibilità va ad inserirsi nelle iniziative dell’European Green Deal, ovvero:
«Un set di proposte per rendere le politiche in maniera di clima, energia, trasporti e fiscalità dell’Unione Europea idonee a ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030».
2. Prendere parte alla Twin Transition dalla teoria alla pratica
Per attuare gli obiettivi è però necessario apportare cambiamenti che partano dall’interno e, in particolare, dal capitale umano che tutti i giorni fa la propria parte per rendere il mondo un posto migliore.
Secondo il bollettino Excelsior Gennaio 2023 di Unioncamere, infatti, vi è innanzitutto la necessità di professionisti altamente qualificati per supportare la transizione che siano in possesso di competenze tecniche e imprenditoriali, ma anche di competenze green che permettano di conferire ai processi un’impronta ‘verde’.
Tuttavia, il bisogno di talenti con familiarità e conoscenza delle tematiche ambientali, non è collegato alla creazione di nuove professioni, quanto più ad un upskilling di quelle esistenti che vengono ripensate in ottica sostenibile.
Difatti, si tratta di rendere ancora più digitali e green alcune di esse, permettendo ai professionisti di diversi settori di acquisire nuove competenze e, conseguentemente, consentire loro di aggiornare e potenziare la propria job position, contribuendo al contempo ad apportare valore alla società tramite lo svolgimento della propria attività.
In particolare, sempre secondo il bollettino Excelsior Gennaio 2023 di Unioncamere, tra il 2022 e il 2026 vi sarà la necessità di 1,4-1,6 milioni di lavoratori con competenze digitali e green altamente qualificati, specialmente nei settori delle costruzioni, dell’energia, della meccanica e delle auto elettriche, dell’agricoltura e, infine, della chimica. Ciononostante, i più ricercati in assoluto sembrerebbe che saranno i Data Scientist e gli ingegneri di Intelligenza Artificiale e machine learning, professionisti delle tecnologie digitali in grado di padroneggiare grandi moli di dati e algoritmi con cui costruire servizi su misura ed esperienze sempre più personalizzate.
Se il primo passo per prendere parte alla Twin Transition è investire sulla trasformazione delle persone, il secondo consiste nella ridefinizione dei processi: esattamente come nella teoria di Porter e Kramer, è importante che ogni organizzazione apporti cambiamenti ai propri prodotti e servizi, alla catena del valore e al modo in cui si vuole incidere sulle comunità e sul territorio di riferimento. Per fare ciò, le organizzazioni possono:
✅ Ridefinire il proprio business model in ottica sostenibile: rivedere il sistema di decisioni, strategie e logiche alla base dei processi aziendali è funzionale a capire come approcciarsi al mercato e alla società in maniera più consapevole, grazie ad un’analisi che identifica il modo in cui aree e funzioni impattano sull’ambiente e le relative criticità da risolvere per migliorare l’output e il risultato delle proprie attività;
✅ Integrare gli aspetti ESG: l’integrazione dei fattori legati alla sostenibilità ambientale, economica e sociale è essenziale per creare valore a lungo termine e trasformare il business model di un’azienda in un SBM, ovvero un Sustainable Business Model. Ciò permette non solo di accrescere l’importanza conferita alla sostenibilità e al bagaglio che essa trascina con sé, ma altresì di misurare la capacità delle organizzazioni di apportare un beneficio sia qualitativamente che quantitativamente rilevante.
✅ Abbracciare il concetto di successo sostenibile: creare valore condiviso e prendere parte alla Twin Transition significa mettere le tecnologie digitali e le competenze tecniche di un’azienda a disposizione della società, contribuendo a ridefinire l’economia e fare proprio un concetto di successo aziendale che non sia più solo in termini di crescita del patrimonio finanziario ma in senso più ampio, un successo che permette il pieno sviluppo di tutta la società, delle sue organizzazioni e dei suoi membri.
3. Perché la Twin Transition fa bene all’Open Innovation
Aziende come VGen credono fortemente nell’innovazione aperta e nel potere delle aziende di contribuirvi per rendere il mondo più sostenibile.
L’innovazione oggi è la chiave che le imprese non possono fare a meno di possedere per aprire le porte del progresso: grazie ad essa, possono crescere e prosperare, raggiungendo il successo in termini economici e, grazie agli investimenti nelle nuove tecnologie, nella sostenibilità, e in un capitale umano sempre più variegato, con background diversi e competenze verticali, anche in termini sociali e ambientali.
Sia che parta dall’esternalizzazione di stimoli interni attraverso l’utilizzo di un platform business model che agevoli l’interazione tra consumatori e produttori, o dall’adozione di stimoli esterni che portino l’innovazione all’interno, come nel caso di concorsi come Call4Ideas, contest o la creazione di competizioni e sfide come Hackathon e Challenge, le azioni di innovazione sono sempre improntate all’utilizzo di tecnologie digitali e alla creazione di valore per i suoi destinatari.
In questo senso, la Twin Transition è una vera e propria spinta per le iniziative di Open Innovation: la volontà di quest’ultima di contribuire alla crescita delle aziende, si sposa perfettamente con l’obiettivo della doppia transizione di creare una società e un sistema industriale più sostenibili. L’output di questa unione è la progressione di tutto il sistema nella sua totalità, un rapporto win-win in cui individui e imprese producono effetti positivi andando oltre i propri confini.